Il fisioterapista è una figura professionale sempre più richiesta negli ultimi tempi. Dato che le sedute di riabilitazione dopo infortuni e operazioni si svolgono sempre più fuori dagli ospedali, molti sono i professionisti che hanno deciso di lavorare in completa autonomia. L’apertura della partita IVA per i fisioterapisti è diventata così un’esigenza, oltre che una scelta di vita.
Come per qualsiasi altro libero professionista, non c’è solo un’opzione fiscale ed è bene farsi assistere da commercialisti esperti in materia, come Servizio Contabile Italiano. Scopriamo passo per passo cosa deve fare un per aprire la partita IVA.
Dal punto di vista legislativo, il fisioterapista è un professionista del mondo sanitarioin possesso del diploma di laurea in fisioterapia. Lo stabilisce il Ministero della Sanità nel decreto del 14/9/19944 n°741, che lo definisce “l’operatore sanitario in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiore, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita”.
Egli può quindi lavorare come dipendente, come libero professionista oppure entrambe le cose. Ne consegue chela partita IVA per rientra nella categoria dei liberi professionisti e non delle ditte individuali.Solo se si svolge una prestazione occasionale, non abituale, non c’è l’obbligo dell’apertura della partita IVA.
Per aprire la partita IVA il commercialista si occupa di presentare richiesta all’Agenzia delle Entrate, che provvederà ad attribuire al richiedente il codice di 11 cifre utile per identificare il soggetto richiedente e che lo accompagnerà per la durata del suo lavoro autonomo. Si tratta di una procedura da cui partire per la propria carriera da libero professionista.
Ricordiamo che per i liberi professionisti i costi di apertura della partita IVA sono decisamente più bassi rispetto ad altre categorie visto che non c’è bisogno dell’iscrizione alla camera di commercio. Per maggiori informazioni sui costi in dettaglio visita la pagina specifica per apertura partita iva
Per quanto riguarda le informazioni da sottoporre contestualmente alla richiesta, oltre a dati personali, fiscali, residenza abitativa e lavorativa, occorre decidere il regime fiscale e il codice ATECO (per il regime forfettario). Nel caso dei fisioterapisti si può scegliere tra:
Nel corso dei dodici mesi, i costi per mantenere aperta la partita IVA sono quelli relativi alla tenuta della contabilità da parte del commercialista, che include dichiarazione dei redditi, e ovviamente quelli della tassazione, secondo il regime fiscale scelto. Poi ci sono i contributi previdenziali per la professione, che meritano un approfondimento.
Maggiori informaizoni sulle tariffe contabilità
Come ogni altro libero professionista, dal punto di vista della fiscalità il fisioterapista che decide di aprire la partita IVA si trova di fronte a due strade. Soprattutto se è alla prima esperienza lavorativa o comunque se sa di non avere ricavi superiori ai 65.000 euro all’anno, la scelta cadrà sul regime forfettario. Si tratta di un regime particolarmente conveniente, con una tassazione semplice e contenuta. Diversamente, si dovrà optare per il regime ordinario.
Sostituto del regime dei minimi, il regime forfettario è ora l’unico regime agevolato esistente in Italia per i liberi professionisti. Contrariamente al precedente, non presuppone però limiti di età o di durata ed è quindi adatto agli over 35 e a chiunque rientri nel limite di reddito dei 65.000 euro all’anno.
Tra le principali caratteristiche,c’è l’esenzione da fatturazione elettronica. È però previsto il pagamentodi una marca da bollo sulle fatture, se di importo superiore a 77,47 euro. L'imposta è pagabile comprando una marca da bollo da 2 euro o attraverso il bollo virtuale.Inoltre, le fatture sono emesse senza IVA.
Non essendoci l’IVA nelle fatture, il fisioterapista con regime forfettario può essere più competitivo all’interno del mercato. Non solo potrà applicare prezzi più bassi per i clienti, ma si tratta anche di un risparmio notevole di energie e soldi per lui, dato che l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista. Inoltre, il regime forfettario permette di usufruire di molte semplificazioni contabili come la possibilità di non dover più registrare fatture e corrispettivi.
Il regime forfettario ha una solaimposta unica sui redditi, che viene calcolata con un’aliquota del 5% per i primi 5 anni, mentre diventa del 15% dal sesto anno in avanti. Non possono però essere scaricate le spese, dato che viene stabilito già un forfettario fisso da detrarre dagli utili. Si chiama coefficiente di redditività ed èidentificabile grazie al Codice ATECO. Per i fisioterapisti questo coefficiente è pari al 78%.
Ecco un esempio pratico:
Ipotizziamo il caso di un fisioterapista al suo primo anno di attività. Nel suo primo anno come libero professionista ha avuto un fatturato lordo di 20.000 euro. Con il coefficiente di redditività ATECO pari al 78%, l’imponibile su cui saranno pagati i contributi è di 15.600 euro.
Chi ha un guadagno annuale superiore ai 65.000 euro deve per forza di cose optare per l’apertura della partita IVA con regime ordinario. Sebbene la tassazione sia molto più elevata, questo regime fiscale permette di scaricare tutte le spese necessarie per l’attività, come ad esempio corsi, materiale per le sedute di fisioterapia, affitto dello studio, ecc. ed è quindi indicato per chi ha molte spese professionali.
Con il regime ordinario, il fisioterapista deve provvedere al pagamento diIRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche che si calcola a scaglioni di reddito e va dal 23% al 43%), addizionali IRPEF regionali e comunali (che variano in base alla regione), IVA (imposta sul valore aggiunto del 22% da aggiungere sempre in fattura) e IRAP (imposta regionale variabile sulle attività produttive).
Ecco un esempio pratico:
Ipotizziamo il caso di un fisioterapista che nel 2019 abbia fatturato 70.000 euro, con 10.000 euro di costi di gestione, che vanno dunque sottratti.Dall’utile imponibiledi 60.000 euro vanno poi detrattianche i contribuiti INPS per la gestione separata, l’IRAP del 3,9%, l’IRPEF della fascia di reddito equivalente e le addizionali IRPEF secondo comune o regione di residenza.
Diversamente da altri liberi professionisti, come i medici, i fisioterapisti non hanno una propria cassa di previdenza a cui versare i contributi. La gestione previdenziale è quindi quella della Gestione Separata dell’INPS, che si paga a percentuale sul reddito dichiarato e senza alcun obbligo di versamento dei contributi fissi.
Con la Gestione Separata INPS quindi, se il reddito è zero, i contributi non devono essere versati e non c’è un minimale. Diversamente, si applicherà un’aliquota unica di contribuzione previdenziale pari al 25,72% sul reddito maturato.
Entrata in vigore il 1° gennaio del 2019, la fattura elettronica ha messo in moto una piccola rivoluzione nel nostro paese. Di fatto, è un documento informatico, già preimpostato, trasmesso in modalità telematica al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate e recapitato tramite lo stesso mezzo al soggetto ricevente. L’obbligo di fatturazione elettronica è stato introdotto per combattere l’evasione fiscale e poter finalmente tracciare quasi tutte le operazioni di vendita e acquisto in Italia.
Obbligatoria per aziende e liberi professionisti con regime ordinario,non è però richiestaai titolari di partita IVA con regime forfettario, esonerati per legge dall’emissione delle fatture. Nulla vieta loro, però, di ricorrere alla fatturazione elettronica per rendere perfettamente digitale la loro professione. In ogni caso, sono comunque soggetti alla fatturazione elettronica passiva: ciò significa che devono essere in grado di ricevere fatture elettroniche da fornitori o altri liberi professionisti.
La fattura elettronica, unico documento valido ai fini fiscali a partire dal gennaio 2019, va compilata esclusivamente tramite computer, tablet o smartphone, per poi essere trasmessa in modalità elettronica tramite il SdI dell’Agenzia delle Entrate. Per evitare qualsiasi tipo di errore, Servizio Contabile Italiano offre il servizio di fatturazione elettronica integrata.
Servizio Contabile Italiano utilizza un sistema gestionale innovativo, che consente di emettere le fatture direttamente dalla piattaforma online dedicata, grazie alla quale vengono trasmesse e contabilizzate allo stesso tempo. Una notifica segnalerà poi la buona riuscita dell’operazione di invio.
Scegli Servizio Contabile Italiano per avere un commercialista a te dedicato, che ti darà una mano per tutti gli adempimenti e obblighi fiscali, fornendoti tutti i consigli di cui avrai bisogno. Potrai contattarlo ogni volta che avrai necessità di farlo, per questioni relative alla gestione ordinaria della tua attività, senza spese aggiuntive.
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