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Apertura partita IVA per amministratori di condominio: ecco cosa serve sapere

Hai deciso di aprire la partita IVA come amministratore di condominio? Abbiamo creato una guida per aiutarti a scoprire tutto quello che ti serve conoscere per metterti in proprio ed essere in regola con quanto richiesto per la tua posizione fiscale. Vediamo insieme i punti salienti.

Qual è la posizione fiscale di un amministratore di condominio?

Dopo la riforma del 2012, la figura dell’amministratore di condominio è diventata obbligatoria per legge in tutti i condomini con più di 4 appartamenti. È sorta così l’esigenza di avere un professionista che svolga alcune mansioni richieste, ovvero:

  • Tenuta della contabilità condominiale
  • Rendicontazione delle spese
  • Compilazione e trasmissione della Certificazione Unica all’Agenzia delle Entrate
  • Riscossione delle quote condominiali e dei vari contributi per la manutenzione
  • Eventuali azioni giudiziarie
  • Gestione generale del condominio, comprese le convocazioni per le assemblee condominiali

Se si decide di lavorare come amministratore di condominio freelance e in maniera continuativa, è necessario aprire partita iva e contestualmente anche la posizione contributiva presso la gestione separata INPS.

Quanto costa aprire la partita IVA per unamministratore di condominio?

Per ricevere la partita IVA, ovvero il codice di undici cifre necessario per fatturare e svolgere la professione, i costi sono molto contenuti. Servizio Contabile Italiano offre un prezzo fisso di 50 euro + IVA. Per quanto riguarda i costi di gestione, invece, tutto dipende dal regime fiscale scelto, a cui si aggiungono i contributi previdenziali e le tariffe commercialista relative alla tenuta della contabilità..

Qual è il regime fiscale migliore per gli amministratori di condominio?

L’amministratore di condominio che decide di aprire la partita IVA può optare per il regime forfettario o flat tax oppure per la contabilità semplificata. Nella tabella abbiamo evidenziato le principali caratteristiche di questi due regimi.

Tabella comparativa regimi fiscali

Regime forfettario o flat tax contabilità semplificata
Contributi previdenziali obbligatori Si Si
Esenzione contributi previdenziali per chi è dipendente full time Si Si
Sconto sui contributi previdenziali per chi è pensionato e possibilità di richiedere un supplemento della pensione Si Si
Fatturazione elettronica obbligatoria No Si
Tassazione agevolata Si No
Si scaricano costi No Si
Requisiti per adesione Si Accesso senza restrizioni
Contabilità e dichiarazione dei redditi attività obbligatoria Si Si
Pagamento iva obbligatorio No Si

Partita IVA con regime forfettario 2020

Il regime forfettario, chiamato anche flat tax per via dell’imposta unica al 15% (5% per i primi 5 anni nel caso di startup), è consigliato soprattutto per chi è all’inizio della professione di amministratore di condominio, dato che impone di non superare la soglia di reddito annuo di 85.000 euro.

Si chiama forfettario perché l’imponibile su cui si pagano le imposte è una percentuale del fatturato definita da un coefficiente di redditività ipotizzato per ogni tipologia di attività, chiamato Codice ATECO. Inoltre, le fatture sono emesse senza IVA e non si scaricano i costi.Chi aderisce al regime forfettario è esentato da fatturazione elettronica, ma deve pagare il bollo sulle fatture, se di importo superiore a 77,47 euro.

Ipotizziamo il caso di un amministratore di condominio che non ha mai svolto questo lavoro. Nel suo primo anno come libero professionista ha avuto un fatturato lordo di 15.000 euro. Il coefficiente di redditività ATECO è identificato dalla cifra 68.32.00 ed è pari al 86%: l’imponibile su cui saranno pagati i contributi è quindi 12.900 euro. I contributi INPS (iscrizionealla gestione separata) del 25,72% sono deducibili dal fatturato e vanno sottratti prima di calcolare la quota di tasse del 5% da pagare allo Stato.

Contabilità semplificata

Chi non rientra nel regime forfettario perché hasuperato il limite di 85.000 euro, deve obbligatoriamente optare per il regime in contabilità semplificata. In questo caso le tasse vengono pagate sulla differenza tra ricavi e costi sostenuti per l’attività. In più, in fattura si deve inserire l’IVA, che va liquidata durante l’anno, diversamente dal caso del regime agevolato.

Ecco un esempio pratico:

Ipotizziamoil caso di un amministratore di condominio con guadagni più alti.Nel 2019ha guadagnato 70.000 euro e ha avuto10.000 euro di costi di gestione.Dall’utile lordodi 60.000 euro vanno sottratti i contribuiti INPS per la gestione separata, che ammontano al 25,72%. Dal nuovo imponibile vanno tolte le tasse, ovvero l’IRAP del 3,9% e dal nuovo imponibile l’IRPEF della fascia di reddito equivalente e le addizionali IRPEF secondo comune o regione di residenza.

Come funzionano i contributi INPS

Non avendo una cassa di riferimento, gli amministratori di condominio devono iscriversi alla gestione separata dell’INPS, come gli altri professionisti. Ciò prevede il pagamento del 25,72% sul fatturato annuale, al netto delle spese.

Fatturazione elettronica obbligatoria: cosa c’è da sapere

La fattura elettronica è obbligatoria per tutti (eccezion fatta per chi opera nel regime forfettario) dal gennaio 2019. Servizio Contabile Italiano offre il servizio di fatturazione elettronica integrata, che permette di inviare e contabilizzare le fatture direttamente dalla piattaforma online, in un solo passaggio.

Perché scegliere Servizio Contabile Italiano

Se stai cercando un commercialista per aprire la partita IVA, affidati a Servizio Contabile Italianoe vivi la tua professione senza preoccupazioni. Il tuo commercialista dedicato ti assisterà su ogni obbligo e scadenza, consigliandoti in ogni momento della tua professione. Tariffe convenienti e fisse, preparazione e puntualità: questi sono i pilastri per iniziare al meglio una vita da amministratore di condominio freelance.

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