Se stai pensando di aprire la partita IVA come avvocato, ci sono diverse cose da sapere prima di iniziare. Per aiutarti a vivere serenamente il tuo nuovo percorso lavorativo, abbiamo risposto a tutte le domande più frequenti su questo argomento.
Oggi la professione legale è cambiata moltissimo, seguendo le esigenze del mercato. Resta sempre l’iscrizione all’albo degli avvocati e alla Cassa Forense, necessari per svolgere l’attività da professionisti in tribunale ed essere abilitati.
Le eventuali aree di specializzazione sono poi moltissime, ben 18: diritto successorio, diritto tributario, diritto penale, diritto della famiglia e molti altri ancora. Per ottenere il titolo di specialista, l’avvocato deve fare domanda all’Ordine, oltre a seguire corsi di specializzazione e accumulare esperienza.
Per chi non è ancora riuscito a iscriversi all’albo oppure non ha guadagni sufficienti, ovvero i cosiddetti avvocati a basso reddito, è però possibile svolgere attività stragiudiziale. Rientrano in questa categoria le consulenze per redazione di contratti e quelle non finalizzate al giudizio in tribunale, come diffide e messe in mora.
È necessario aprire la partita IVA per avvocati quando l’attività diventa di fatto continuativa. Per ricevere il tuo numero di partita IVA, devi fare richiesta all’Agenzia delle Entrate e regolarizzare la tua posizione fiscale. Insieme al tuo commercialista dovrai anche decidere quale regime fiscale scegliere.
Aprire la partita IVA ha un costo contenuto: se scegli Servizio Contabile Italiano si tratta solo di 50 euro + IVA. Poi tieni presente le tariffe contabilità per la gestione annuale della tua posizione come avvocato freelance, oltre alle tasse e ai contribuiti previdenziali.
Qual è il regime fiscale più conveniente per gli avvocati?Fondamentalmente, sono due i regimi previsti per gli avvocati che decidono di aprire la partita IVA. C’è il regime forfettario o flat tax taxche offre un’imposta unica super conveniente oppure la contabilità semplificata.
Regime forfettario o flat tax | contabilità semplificata | |
---|---|---|
Contributi previdenziali obbligatori | Si | Si |
Esenzione contributi previdenziali per chi è dipendente full time | Si | Si |
Sconto sui contributi previdenziali per chi è pensionato e possibilità di richiedere un supplemento della pensione | Si | Si |
Fatturazione elettronica obbligatoria | No | Si |
Tassazione agevolata | Si | No |
Si scaricano costi | No | Si |
Requisiti per adesione | Si | Accesso senza restrizioni |
Contabilità e dichiarazione dei redditi attività obbligatoria | Si | Si |
Pagamento iva obbligatorio | No | Si |
Il regime forfettario o flat taxti permette di beneficiare di un’imposta unica del 5% per i primi 5 anni (se non hai mai svolto la professione o nel caso di startup), che poi passa a 15%. È ideale per i più giovani, dato che ha come limite principale quello di non superare la soglia di reddito annuo di 85.000 euro.
L’imposta da pagare e i contributi si calcolano dopo aver detratto una percentuale forfait definita da un coefficiente di redditività chiamato Codice ATECO. Inoltre, le fatture sono emesse senza IVA e non si scaricano i costi.Chi aderisce al regime forfettario è esentato da fatturazione elettronica, ma deve pagare il bollo sulle fatture, se di importo superiore a 77,47 euro.
Ipotizziamo il caso di una vvocato agli inizi. Nel suo primo anno come libero professionista ha avuto un fatturato lordo di 40.000 euro. Il coefficiente di redditività ATECO è identificato dalla cifra 69.10.10 ed è pari al 78%: l’imponibile su cui saranno pagati i contributi è quindi 31.200 euro. I contributi della Cassa Forense o INPS (iscrizionealla gestione separata) sono deducibili dal fatturato e vanno sottratti prima di calcolare la quota di tasse del 5% da pagare allo Stato.
Se non rientri nel regime forfettario, ovvero hai superato il limite di 85.000 euro, puoi optare per il regime in contabilità semplificata. In questo caso le tasse vengono pagate sulla differenza tra ricavi e costi sostenuti per l’attività. In più, in fattura devi inserire l’IVA, che va liquidata durante l’anno, diversamente dal caso del regime agevolato.
Ipotizziamoil caso di un avvocato che lavora già da tempo.Nel 2019 ha guadagnato 100.000 euro e ha avuto12.000 euro di costi di gestione.Dall’utile lordodi 88.000 euro vanno sottratti i contribuiti previdenziali. Dal nuovo imponibile vanno tolte le tasse, ovvero l’IRAP del 3,9% e dal nuovo imponibile l’IRPEF della fascia di reddito equivalente e le addizionali IRPEF secondo comune o regione di residenza.
L’avvocato iscritto all’albo professionale dovrà anche iscriversi alla Cassa Forense, che si occupa della gestione previdenziale. Diversamente, ci si può iscrivere alla gestione separata INPS, che ha un tasso annuale del 25,72%.
La fattura elettronica è obbligatoria per tutti, tranne per chi opera nel regime forfettario.Servizio Contabile Italiano offre il servizio di fatturazione elettronica integrata., che permette di inviare e contabilizzare le fatture direttamente dalla piattaforma online, in un solo passaggio.
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